Una decina di anni fa un caro amico mi regalò un misterioso apparecchio. Misura le frequenze in una scala tutta sua e funziona un po’ come una radio ricetrasmittente. Dal momento che noi vediamo solo le onde elettromagnetiche con frequenze “colorate”, tutte le altre restano invisibili ai nostri occhi.
Questo strumento è il radioscopio della “radionica Callegari”. È estraneo alla radioestesia ed alla rabdomanzia. È ignorato dalla scienza convenzionale. Fu inventato negli anni 1940 da Giambattista Callegari (Feltre 1912, Napoli 1990).
Misura le frequenze attraverso contatto diretto oppure con iconografie, fotografie ed ologrammi. Tutto (persone, animali, piante e sostanze) ha una propria frequenza di vibrazione. Il radioscopio la individua.
In ingegneria, soprattutto per i ponti, è importantissimo conoscere l’esistenza di questa proprietà fisica. C’è un fenomeno, chiamato risonanza, che fa ondeggiare i ponti fino a farli crollare. Se qualcosa mette in oscillazione la struttura, come ad esempio il vento o delle persone a passo di marcia, e se questa frequenza di oscillazione coincide con quella propria del ponte, questo inizia ad ondeggiare paurosamente fino a distruggersi.
Il radioscopio misura anche altri due tipi di frequenze: quella di sfasamento e quella di rifasamento. Analizza cioè le deviazioni dell’elemento in esame rispetto ad una sua propria situazione di equilibrio.
Misura poi l’ampiezza dello sfasamento, in una scala che va da 0° a 90°, dove 0 indica una condizione di equilibrio e 90 una situazione irrecuperabile.
Con l’uso di un particolare accessorio, se lo sfasamento è inferiore ai 45°, dovrebbe essere possibile riequilibrare l’elemento analizzato. Questo accessorio consentirebbe cioè di trasmettere onde elettromagnetiche di specifiche frequenze al soggetto, sul quale si sta lavorando, un po’ come fa un telecomando, che invia un segnale a distanza al suo televisore e gli fa cambiare canale o effettuare una regolazione.
Il radioscopio è un circuito LC oscillante, ma oscillante in modo misterioso, mancando di generatore di forza elettromotrice (non ha una batteria, né si collega alla rete elettrica). È un circuito elettromagnetico fatto di induttanze e di condensatori. Funziona in modo simile a quello di una molla metallica a spirale che, quando è messa in oscillazione, trasforma l’energia da cinetica in potenziale e viceversa. Nel radioscopio le oscillazioni sono invece di natura elettrica e magnetica e sono perciò invisibili ai nostri occhi.
Per usarlo c’è bisogno all’inizio di molta pratica e di esercizio. La manualità si acquisisce col tempo.
Il radioscopio è uno strumento versatile ed è adottato in differenti campi di applicazione, a seconda delle conoscenze e degli interessi delle persone che lo utilizzano. Sto provando ad usarlo anche nell’ambito delle manipolazioni affettive con risultati, personali, al momento soddisfacenti e sorprendenti.
Namastè 🙂
Paola Morgese, PMP
Ingegnere civile idraulico
Specialista in ingegneria sanitaria ed ambientale
http://it.linkedin.com/in/ingpaolamorgese/en
https://progettisostenibili.wordpress.com/
http://www.facebook.com/soluzioniolisticheallemanipolazioniaffettive
Riferimenti
Giambattista Callegari, Radionica e radiobiologia, Edizioni Spazio Uno, Napoli, 1980
David Halliday, Robert Resnick, Fisica 2, Casa Editrice Ambrosiana, Milano, 1979
Fotografia: Radioscopio realizzato nello storico laboratorio Troise di Via Sant’Anna dei Lombardi a Napoli.